Progetto impronte

🍹Grazie a voi e a HILL Chiosco del parco 1 Maggio Collebeato” !🥰

Grazie alla vostra preziosa presenza al nostro aperitivo del 3 settembre, avremo la possibilità di finanziare il “progetto impronte”, tramite il quale i genitori dei piccoli ricoverati in TIN avranno la possibilità di ricevere una piccola scatolina contenente l’impronta della manina o del piedino del proprio piccolo/a.

Il Progetto è a cura della nostra psicologa e psicoterapeuta Dott.ssa Alice Riboli e in collaborazione con Nati Per Vivere Onlus .

Per saperne di più continua a leggere qui sotto👇

Il Progetto Impronte prevede, all’arrivo del neonato in reparto, l’impronta della manina o del piedino a testimonianza della sua unicità e della sua esistenza. Un’impronta, per quanto piccola e leggera possa essere, lascia la sua traccia nel suo mondo; è un segno di esistenza, che ricorda l’approdare sulla terra, per quanto lungo possa essere il viaggio, il significato è di esistenza. È con quelle manine e con quei piedini che, spingendosi e muovendosi, cercava un limite del “contenitore mamma” ed allo stesso tempo ne entrava in relazione, facendosi conoscere, anche dal papà, e volendoli conoscere.

Per tale ragione, in collaborazione con l’Associazione TinCoraggio e l’Associazione Nati per Vivere, con la U.O. Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale, si è pensato di poter inserire all’interno delle cure di reparto, la possibilità di trovare il modo di avere delle tracce. Alle prime consuete misurazioni del neonato (svolte entro le prime 48h di vita) il personale infermieristico, adagerà, con delicatezza, il piedino o la manina del neonato o della neonata sul cartoncino (“carta carbone”), fino a che se ne evidenzi l’impronta. Terminato, verrà applicata un’etichetta nominale sul retro del cartoncino; verrà posto il cartoncino all’interno di una busta trasparente, nella quale verrà poi inserita una piccola spiegazione del Progetto ed il braccialetto identificativo del piccolo/a. La consegna della bustina con le impronte, sarà di pertinenza della Psicologa all’interno di uno spazio terapeutico, consentendo così una narrazione ai neogenitori, e dando un senso alla storia di quanto vissuto, perchè “qualunque dolore può essere sopportato se si traduce in una storia” (Karen Blixen).

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